mercoledì 16 agosto 2017

Stelle

Da La Repubblica.it :
Da La Stampa.it :
Vaghe stelle dell’Orsa. In Trentino.
Seguono le rituali e ovvie indignazioni del caso. Senza capire e senza nemmeno chiedersi, al di là di ragioni e torti, al di là della leggerezza o anche della eventuale ottusa, forse stupida inutilità con cui qualche pubblico decisore sceglie tra le varie opzioni,  per quali misteriosi motivi e nell’interesse di chi sarebbe stata presa la decisione più impopolare e più condannabile. Dal web in giù.
E le stelle stanno a guardare. In Costa Brava.
Mentre tre bestie si accaniscono con calci e ferocia su un uomo a terra. E nessuno che intervenga. Nessuno che si prenda il rischio e il relativo minimo coraggio di fermare la furia disumana e la viltà. E nessuno a cui prenda un sussulto di indignazione. “In diretta”. Lì. Sul posto. Indifferenti e vili e ignavi tutti davanti all’orrore “finalmente” a portata d’occhi e di mano. Indifferenti alla propria umanità. Riservata magari alla tastiera di uno smartphone. Espressa sui “social” magari nei confronti di un’orsa ammazzata. 
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, lontano dalla mente, lontano dall’anima… lontano lontano nel tempo e nello spazio…
 Stelle lontane. Troppo lontane. Stelle morte. Spente. Cadenti. Già cadute ed accadute

giovedì 10 agosto 2017

La Rabbia Giovane

Sarà anche come dice il commendevole e famoso e fumoso e forse un po’ fuso, prof. Fusaro, marxista per niente internazionalista (proletari di tutti i paesi pensate ai vostri cortili di casa e il restante mondo si fotta, vabbè) che quella in atto è una deportazione di manodopera a basso costo e bla bla bla. E forse quei giovani sudati e furiosi e furenti e parecchio incazzati sono plagiati e attratti dal luccichio (illusorio? finto? ingannatore? mistificatorio? boh ) della nostra bella modernità di occidente-nord, e si stanno facendo prendere dalla frenesia masochista di consegnarsi schiavi pur di prendere parte a questo sontuoso pranzo di gala. Che loro vedono come tale. Che noi vediamo come la cena d’addio celebrativa della nostra ineluttabile decadenza. 
Di certo esibiscono e si portano una “rabbia giovane” che noi abbiamo certamente conosciuto e certamente dimenticato. Di certo, come noi con le nostre istanze di liberazione e di libertà, minacciavamo il quieto vivere dei vecchi barbogi borghesi e dei conformismi di ogni età di 50 anni fa, loro minacciano il nostro, di adesso, quieto vivere. Di certo si trascinano (anche visivamente), insieme alla loro contundente gioventù, anche l’idea davvero poco rassicurante che non vi è niente di ultraterreno ed assoluto che stabilisca chi, come, quando e perché debba goderne o esserne escluso da tutto il bendidio a disposizione dell’intera umanità. Di certo sono cazzi amari per la nostra pretesa di tranquillità. Di certo nel breve/medio periodo (e forse anche nel lungo) li (ci) odieremo sempre di più. Non perché loro lo meritino o noi si sia cattivi: sono solo mondi, culture, spazi, civiltà, interessi, bisogni, visioni del mondo che collidono. Di certo provare a respingerli come fossero cavallette o zecche o bufali non attenuerà la loro rabbia. Di certo siamo all’ennesimo tornante della Storia che non si risolverà né con un “vogliamoci tanto bene” ( tesi decisamente minoritaria) né, tanto meno, con un “ammazziamoli tutti” (tesi cogliona oltre che criminale ma “main stream” ormai, purtroppo). E se è impossibile stabilire se e dove abiti una indiscutibile ragione, di certo, basta il minimo sindacale di ragionevolezza per riconoscere le ragioni. Di tutti. 
Di certo quello che occorrerebbe consisterebbe in un soprassalto di intelligenza lungimirante e lucida. Che comporterebbe una consapevolezza semplice e complicata circa l’essere, l’umanità (l’insieme degli umani e il relativo sentimento) unica e ( non essendo contenibili entro confini stabiliti né le cose che ci uccidono né quelle che ci servono per vivere) interdipendente.
E… vabbè… troppo vasto programma… 
Abbiamo capito, veh.