mercoledì 25 marzo 2015

In_certo inizio

Un trauma. Perfino la nascita. L’abbaglio di luce. L’abbandono delle acque. La scoperta gravità. La impossibile in-capacità di quel primo respiro si apre al pianto. Una soluzione premonitrice che già ammonisce. Un trauma la prima sillaba pronunciata col labbro tremante. L’occhio smarrito che si affida alla benevolenza degli astanti. Il primo oggetto afferrato, piccola mano aggrappata alla conoscenza e alla sua brama. La perdita dei sensi primordiali, perso l’odor di mamma e di mammella, deve ritrovarla nell’imago. Il risveglio. L’abbandono. Il primo passo ad azzardare il vuoto. Un trauma la voce alzata. Piccole grida oltre la stanza. La lotta. I corpi aggrovigliati mugolanti di piacere hanno il suoni del dolore. Un trauma il tradimento del gatto, di un giocattolo rotto o di un amico. La gelosia di un fratello. Traumi o solo battiti d’ali di farfalle colorate nell’ angolo sperduto di un tranquillo cielo che genera tempesta in mondo altro (sempre lo stesso) in altro tempo (sempre il suo tempo). E la quiete che ne segue che si riverbera e pure non si tramuterà mai uguale a quel che era. Slancio nel vuoto, per ritrovarsi trasformata, slanciata, riverberata in una maledizione che non avrà mai fine. Dagli avi, da una genealogia di tra-passi. Per ripetizione di rito. Un cupo presagio, una ferita mai rimarginata. Morte oltraggiata. Fine di un momento. Tutto si riassorbe lavorando di fino sotto la crosta d’apparente normalità. Solo emerge, saltuariamente, tramandata nei gesti quotidiani, mai troppo innocenti, eppur dolenti, nelle parole in fuga, nelle rivelazioni più banali, nei nascosti pensieri, da mai confidare, da mai tramandare. E ritrovarsi dopo qualche ciclo di generazioni, stessa tempesta, generata da stessa lontana e morta farfalla, dal suo ininfluente battito d’ali per filogenesi o teoria di storta storia. per distrazione o distorsione, riemergere nel dolore primigenio. Intermittenza del cuore. L’indeterminatezza già troppo determinata. Lo scoppio ha sapore di sorpresa. Volto sconvolto. un tragico consegnarsi di vita in vita. La morte! Anime traumatizzate. Cimenti di spade o sfide nucleari. Trapassi di parti a patri o gravi-danze idee. Luciferino miscuglio di solennità, casuale, incomprensibile. Moto d’astri e di stelle. Trapassi debitamente scontati nei secoli dei secoli per crimini innocenti. Ed indecenti eccessi. A pagare ognuno le altrui colpe e far pagar le proprie alle future genti. Figlie nostre de-generate. Assoluzione non v’è. Solo interminabile incompresa muta sorpresa e pur sospesa pendente… condanna.

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