giovedì 18 giugno 2009

Meritocrazia?

Una magica parolina che, sembra, esima chi la pronuncia dal confrontarsi con la realtà che la circonda (per non dire che le appartiene, in prima persona).
Da ultimo si è sentita sulle graziose bocche di tre rappresentanti di gran classe della nostra (più classista che classica) gran classe dirigente. Donne, stavolta, ma per caso. Trattasi della Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, della presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Federica Guidi, della Ministra della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. E andrebbe anche bene non fosse che per le prime due il principale merito consista nell'essere figlie di cotanti padri (imprenditori, ça va sans dire) e dell'altra uno dei meriti più memorabili sembra sia il suo viaggio da Brescia a Reggio Calabria intrapreso per rendere il suo esame di abilitazione all'avvocatura, se non più facile, come potrebbe sembrare ad una prima superficiale occhiata, almeno più pittoresco (diciamo così).

Come dire che, se ancora qualcuno lo mettesse in dubbio, specie in questi ultimi anni, mesi, settimane, giorni, ore, il problema principale di questo disastrato paese non è propriamente identificabile col (ministra Carfagna a parte)... pudore.

1 commento:

  1. La meritocrazia è un sogno irrealizzabile in Italia. Più facile che l'Ascoli vinca lo scudetto.

    RispondiElimina